Riprendiamoci il contratto/62

FIOM NEWS

A cura del Coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri

12 marzo 2004

 

Il giudizio della Fiom sull’incontro dell’11 marzo

 La Fincantieri ha fatto un passo indietro

 

Nell’incontro di ieri la Fincantieri, pur confermando le aperture già dichiarate nelle sessioni precedenti, ha però posto sul tavolo alcune questioni di grande peso che rischiano di allontanare la possibilità di un accordo.

- Per la prima volta l’azienda ha chiesto esplicitamente, anche se ha rifiutato di spiegarne le ragioni, l’introduzione di parti della legge 30. In particolare, ha chiesto di poter fare ricorso al lavoro somministrato, cioè alla possibilità di usare i lavoratori come una merce attraverso il prestito di manodopera. Tra tutte le forme di precarizzazione previste dalla legge 30 la somministrazione di lavoro è la peggiore, perché è quella che legalizza l’intermediazione di manodopera e il caporalato nell’industria.

- Sugli organici l’azienda non intende più mantenere un livello costante di dipendenti, ma pretende di definirlo anno per anno in base ai carichi di lavoro. Questa scelta porta a ridurre il ruolo e il peso dei lavoratori Fincantieri nella costruzione delle navi e obbliga a ricorrere sempre di più agli appalti. In questo modo non c’è più alcun equilibrio tra diretti e indiretti e l’azienda usa sia i suoi dipendenti che quelli delle ditte come una specie di fisarmonica. L’organizzazione del lavoro si dilata o si restringe, a piacere dell’azienda, cancellando di fatto il vincolo contrattuale e di legge al tetto massimo del 25% per gli appalti in deroga.

- Per quanto riguarda il salario, la proposta dell’azienda sui meccanismi attraverso cui erogare il premio di produttività rischia addirittura di peggiorare la situazione precedente. L’ipotesi proposta è persino più incontrollabile e meno trasparente dell’attuale meccanismo e renderebbe strutturali le differenze tra i reparti e tra i cantieri. La formulazione avanzata, su cui l’azienda stessa riconosce la necessità di una ulteriore messa a punto, non consente di raggiungere un obiettivo fondamentale della vertenza: l’aumento dei salari e la riduzione della loro variabilità. Anche se della quantità degli aumenti non si è ancora discusso.

Dopo l’incontro di ieri la trattativa è a un punto critico. La Fiom ha chiesto che il negoziato prosegua con un passo più veloce ed è stato fissato un nuovo incontro per il 31 marzo e il 1 aprile. Tuttavia, se si vogliono ottenere risultati, occorre rimuovere le posizioni aziendali che non consentono l’accordo e, a questo scopo, diventa necessario che i lavoratori facciano sentire la loro voce. Per questa ragione il coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri, sulla base di una valutazione negativa sull’andamento della giornata di ieri, ha proclamato una giornata di mobilitazione di tutti i lavoratori.

 

LUNEDI’ 22 MARZO

2 ORE DI SCIOPERO CON ASSEMBLEE IN TUTTO IL GRUPPO FINCANTIERI