Riprendiamoci il contratto/37FIOM NEWSA cura del
Coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri
221
gli accordi già firmati per 38.000 lavoratori il pre-contratto è una realtà In base
all’ultima rilevazione nazionale dello scorso 17 ottobre, i pre-contratti sin
qui firmati con la Fiom da altrettante imprese metalmeccaniche sono saliti a
221, mentre i lavoratori interessati da tali accordi sono più di 38 mila. La
novità più significativa è l’estendersi della contrattazione in aree
territoriali nelle quali sinora non si erano raggiunti accordi. Nel
Friuli-Venezia Giulia sono stati realizzati i primi due pre-contratti, mentre a
Venezia, nell’area industriale di Porto Marghera, ce ne sono stati altri due.
Le regioni che fanno registrare il maggior numero di accordi sono la Lombardia,
l’Emilia-Romagna e la Toscana. Tutti gli
accordi confermano l’impostazione della Fiom, con aumenti salariali mensili
intorno ai 120 euro mensili al 3° livello. Di particolare importanza, poi, sono
le norme di salvaguardia che garantiscono la continuità delle clausole di
miglior favore del contratto nazionale del 1999, rispetto ai peggioramenti
intervenuti con gli accordi separati realizzati quest’anno con Federmeccanica
e Confapi. Inoltre, i pre-contratti contengono clausole specifiche di contrasto
alla precarizzazione del lavoro, anche rispetto a quanto previsto dalla legge
30. Mentre
cresce il numero degli accordi, aumentano sia le imprese che aprono
ufficialmente le trattative, sia le aziende in cui la Fiom apre la vertenza
pre-contrattuale. Infatti, le aziende e i gruppi in cui è stata aperta la
vertenza sono salite a 1.525, coinvolgendo ormai oltre 330 mila lavoratori
metalmeccanici. Da segnalare, in particolare, l’avvio della vertenza in
importanti gruppi industriali tra cui Zanussi, Agusta, Eaton e Graziano
Trasmissioni. Nel maggio
scorso, al momento della firma dell’accordo separato con Fim e Uilm, il
presidente di Federmeccanica aveva dichiarato che, dopo quindici giorni di
protesta da parte dei metalmeccanici Cgil tutto si sarebbe concluso. A metà
giugno era stato costretto a una prima correzione della sua previsione, ma aveva
perentoriamente ribadito che tutto sarebbe finito alla ripresa del lavoro dopo
le ferie. Raramente le affermazioni di un dirigente della Confindustria sono
state così incaute e smentite dai fatti. La Federmeccanica dovrebbe cominciare
a riflettere sulla crisi di tutta la sua impostazione contrattuale. La caduta
del potere d’acquisto dei salari, aggravata dal risultato irrisorio degli
accordi separati, la precarizzazione del lavoro e il rifiuto diffuso e
generalizzato della legge 30 fanno crescere la disponibilità dei metalmeccanici
a lottare per un vero contratto nazionale. Questo spiega perché i pre-contratti
continuano a crescere. I risultati conseguiti finora segnalano una crescente difficoltà delle imprese ad attestarsi a difesa degli accordi separati. Nello stesso tempo si conferma ogni giorno di più che questi accordi non hanno il consenso dei lavoratori. Il grande successo dei referendum che approvano la piattaforma tipo per i pre-contratti in migliaia di aziende, la partecipazione convinta alle iniziative di lotta lanciate dalla Fiom testimoniano un fatto inequivocabile: per i metalmeccanici le intese separate con Federmeccanica e Confapi non hanno concluso la vertenza contrattuale. 22 ottobre 2003 |