Riprendiamoci il contratto/34

FIOM NEWS

A cura del Coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri

 

Il tempo sta per scadere

I lavoratori aspettano una risposta

Fincantieri apra la trattativa!

 

LA FIOM HA UN OBIETTIVO ESCLUSIVAMENTE SINDACALE

Fin dall’inizio della vicenda del precontratto l’azienda ha reagito come se noi l’avessimo presa di mira. La Fiom, ovviamente, non ha nessuna ragione per colpire Fincantieri. Noi stiamo facendo una normale vertenza sindacale che ha un solo obiettivo: fare un accordo.

Se questa è una vertenza più complicata di altre, perché c’è stato un accordo separato, la colpa non è nostra. Si sa che da una frittata non si può tornare alle uova. Ma chi ha combinato questo pasticcio non siamo stati noi; la Fiom (e con noi tutti i metalmeccanici) l’ha subito. E siccome la Fiom è un grande sindacato e rappresenta tanti lavoratori sta provando a riparare i danni che altri hanno fatto.

Del resto, che questa sia per noi una normale vertenza sindacale lo abbiamo dimostrato con i fatti, comportandoci con grande senso di responsabilità. Purtroppo, abbiamo l’impressione che il nostro senso di responsabilità sia stato scambiato per mancanza di determinazione.

La campagna per i precontratti, che si sta gradualmente generalizzando a tutte le imprese metalmeccaniche, ha un obiettivo squisitamente sindacale: realizzare intese precontrattuali che superino e modifichino la situazione determinata dall’accordo separato. I risultati già raggiunti in molte imprese importanti dimostrano che questo obiettivo non è solo giusto, ma è anche possibile.

 

PERCHE’ FINCANTIERI NON APRE LA TRATTATIVA?

Noi chiediamo che Fincantieri si decida ad aprire il negoziato, anche perché non esiste un altro modo per risolvere un conflitto sindacale. Negare invece l’esistenza del problema, come fino ad oggi ha fatto l’azienda, serve solo a inasprire il conflitto. Con lo sciopero e la manifestazione del 26 settembre abbiamo rinnovato la richiesta di un tavolo di confronto e abbiamo dato a Fincantieri un’altra settimana di tempo per valutare la situazione. Ora siamo in attesa, ma il tempo sta per scadere: il 3 ottobre il coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri prenderà atto della risposta di Fincantieri e deciderà di conseguenza.

Ci auguriamo che la risposta sia positiva. Altrimenti è lecito pensare che Fincantieri stia cambiando pelle, come se volesse ad ogni costo rompere con la sua storia. Fino a due anni fa, quando ci fu il primo accordo separato sul biennio salariale 2001-2002, le relazioni sindacali di Fincantieri erano sempre state basate sul riconoscimento e la pari dignità di tutti i soggetti contrattuali. Oggi non è più così: l’azienda fa sua la linea degli accordi separati e non riconosce la rappresentatività della Fiom.

Tutta la storia della cantieristica navale, sia lontana che recente, è fatta di conflitti e di accordi. E gli accordi si sono sempre fatti, anche quando il conflitto sembrava inconciliabile, sul terreno industriale, dell’equilibrio tra gli interessi dei lavoratori e quelli dell’azienda. E’ ancora così? Oppure oggi in Fincantieri prevale una logica politica e i rapporti con la Confindustria e con il governo contano di più degli interessi industriali? E i lavoratori sono l’agnello da sacrificare sull’altare di questi rapporti?

Queste domande attendono una risposta. In tutti i casi l’azienda deve sapere che non rinunceremo a dare ai lavoratori un contratto dignitoso. I lavoratori hanno votato e noi abbiamo ricevuto un mandato democratico. Questo per la Fiom è un vincolo che può essere sciolto solo con un accordo.

 

1 ottobre 2003