Riprendiamoci il contratto/32

FIOM NEWS

A cura del Coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri

 

Vinta la sfida dello sciopero

I lavoratori hanno detto di nuovo “si’ al pre-contratto”

Fincantieri ascolti la loro voce

 

Lo sciopero del 26 settembre e la manifestazione a Trieste

Lo sciopero di venerdì ha registrato un’altissima adesione dei lavoratori e ha paralizzato i cantieri del gruppo. Oltre 2500 persone hanno partecipato alla manifestazione a Trieste. Fincantieri aveva sfidato la Fiom: “non ne porterete più di 500” avevano detto alcuni dirigenti della società. Scommessa persa: almeno 2 mila lavoratori Fincantieri hanno raggiunto Trieste, anche con viaggi faticosissimi. Un corteo vivace, determinato, pieno di suoni e colori, caratterizzato da una netta prevalenza dei giovani, ha attraversato il centro della città e ha “circondato” la sede della direzione generale di Fincantieri di via Genova, stringendola in un assedio simbolico.

“Il tempo è scaduto – ha concluso Sandro Bianchi, coordinatore nazionale della Fiom – noi abbiamo ricevuto dai lavoratori un mandato democratico che costituisce un vincolo che si può sciogliere solo con l’accordo”. Paolo Nerozzi, segretario nazionale della Cgil , ha ricordato alla Fincantieri che “la maggioranza dei lavoratori ha bocciato l’accordo separato.”

Il segnale dello sciopero è chiaro: i lavoratori di Fincantieri sono stufi di aspettare e vogliono il pre-contratto. Chi sperava che la vertenza si sgonfiasse con il passar del tempo, ha ricevuto una risposta inequivocabile. Lo sciopero è stato anche una prova ulteriore della rappresentatività della Fiom. La Fincantieri, che finora ha giocato in difesa dell’accordo separato, deve rifare i suoi conti. Rifiutando la trattativa e facendo finta che il pre-contratto non esistesse, ha ottenuto solo di far arrabbiare ancora di più i suoi dipendenti.

La Fincantieri ha una settimana di tempo; il 3 ottobre la Fiom deciderà

Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. “Se accogliessimo la richiesta della Fiom-Cgil – dice un portavoce di Fincantieri sul “Piccolo” – ci metteremmo da soli fuori del sistema, perché con le altre sigle confederali abbiamo già raggiunto un accordo e non è vero che le consultazioni all’interno delle aziende sia andata come affermano Bianchi e Nerozzi. La Fiom è andata più volte in minoranza”. E’ una risposta veramente incredibile. L’unico “sistema” che Fincantieri riconosce è quello degli accordi separati? Nonostante l’esito del referendum - e proprio nel giorno in cui lo sciopero ha svuotato i cantieri - l’azienda dice che la Fiom è in minoranza? Signori, attenti, la negazione della realtà può portare alla pazzia.

La direzione di Fincantieri ha una settimana di tempo per riflettere e per fare le sue mosse. Il 3 ottobre il coordinamento nazionale Fiom del gruppo, convocato a Roma, valuterà la risposta o l’assenza di risposta dell’azienda e deciderà di conseguenza. Se verrà un segnale di apertura, si avvierà la trattativa. Se, invece, l’azienda continuerà a negare ai lavoratori il diritto a un contratto dignitoso, si assumerà la responsabilità di un inasprimento del conflitto. Il coordinamento Fiom, infatti, deciderà tutte le iniziative, con forme di lotta nuove e assai incisive, necessarie a sbloccare la vertenza e a giungere ad una conclusione positiva.

 

29 settembre2003