Riprendiamoci il contratto/31

FIOM NEWS

A cura del Coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri

 

Più salario, più diritti. Vogliamo il pre-contratto

 
Lo sciopero del 26 e la manifestazione a Trieste

Venerdì sciopero nazionale di 8 ore in tutto il gruppo Fincantieri e in Wärtsilä Italia. Almeno 1500 dipendenti della Fincantieri (che ne ha 9 mila) provenienti da tutta Italia sono attesi, a Trieste, per una manifestazione nazionale promossa dalla Fiom per sollecitare l’apertura di un negoziato per il pre-contratto. A loro si uniranno i lavoratori di Wärtsilä Italia e delle altre aziende metalmeccaniche del Friuli Venezia Giulia che hanno aperto vertenze analoghe.

L’appuntamento è fissato per venerdì mattina, alle 9, nel piazzale antistante la stazione ferroviaria di Trieste. Il corteo, che partirà alle 10, toccherà le sedi della Rai, della Confindustria e della Fincantieri. La manifestazione si concluderà in piazza Borsa. Qui prenderanno la parola alcuni delegati, il coordinatore nazionale Fiom e Paolo Nerozzi, della segreteria nazionale della Cgil. 

 

Perché Fincantieri non risponde?

Le due aziende hanno finora ignorato le richieste sindacali. Wärtsilä non ha ancora dato risposta alla richiesta d’incontro dell’11 settembre. Fincantieri, dopo il primo rifiuto della fine di giugno, non ha più risposto. Nessuna reazione neanche alla lettera aperta, che la Fiom ha inviato all’amministratore delegato della società la settimana scorsa. Il messaggio implicito in questo silenzio è chiaro: per Fincantieri ufficialmente la vertenza per il pre-contratto non esiste. Del tutto diverso è il comportamento della gerarchia aziendale, impegnata in una fitta rete di colloqui, pressioni, minacce sui delegati e sui dirigenti territoriali della Fiom per indurci a rinunciare.

Questo atteggiamento dell’azienda è inaccettabile per la sua arroganza, perchè Fincantieri pretende di non riconoscere la rappresentatività della Fiom, ma nello stesso tempo denuncia nervosismo e imbarazzo. Fincantieri non ha in realtà alcun argomento da opporre seriamente alle richieste della Fiom e per questo non apre il negoziato. La sottoscrizione integrale della piattaforma approvata dai lavoratori avrebbe per l’azienda un costo economico assolutamente marginale. Il prezzo che Fincantieri non vuole pagare è politico: firmare il pre-contratto significa ammettere che la firma dell’accordo separato è stato un errore. Hanno fatto la frittata, adesso non sanno come fare e vorrebbero scaricare solo sui lavoratori le conseguenze del pasticcio che hanno combinato.

 

Rinaldini, Fiom: le vertenze diventeranno migliaia

“Le imprese hanno sbagliato a fare i conti – ha dichiarato in una conferenza stampa Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom – pensavano che ci sarebbero state due o tre iniziative a livello nazionale e che poi tutto si sarebbe concluso. Invece si è aperto un conflitto capace di durare e andiamo ad una estensione a tutto campo delle vertenze aziendali per i pre-contratti. Le vertenze diverranno migliaia”. Il segretario generale della Fiom è tornato a criticare l’accordo separato, un’intesa “minoritaria”, e a chiedere che si lascino decidere i lavoratori con il voto. “Noi abbiamo aperto le vertenze aziendali per i pre-contratti – ha spiegato – solo sulla base del voto dei lavoratori. Se ci danno il mandato va bene se no non apriamo la vertenza. Il nostro obiettivo è rendere impraticabile a livello aziendale l’accordo separato del 7 maggio”.

 

24 settembre 2003