Riprendiamoci il contratto/18

FIOM NEWS

A cura del Coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri

 

Ancora una volta i fatti danno ragione alla Fiom

Il governo nel Dpef – un documento nel quale si annunciano misure contro le pensioni e la sanità - è però stato costretto a riconoscere che l’inflazione programmata al 2,7% per il 2003-2004 non è assolutamente attendibile e l’ha portata al 2,4% per l’anno in corso e all’1,7% per il prossimo. In questo modo l’inflazione programmata rimane ancora sotto quella vera, che sarà almeno del 5% nei due anni, ma molto al di sopra del 2,7% precedentemente definito.

Il contratto separato firmato da Fim e Uilm si basava proprio su quel 2,7%. Siccome un punto di inflazione vale 15,65 euro, un punto e mezzo di rivalutazione vale circa 23 euro sulla busta paga mensile. Se Fim e Uilm non avessero avuto tanta fretta di chiudere, la Federmeccanica avrebbe dovuto se non altro tenere conto di un’inflazione programmata più alta.

 

Il contratto separato abbassa i salari!

Adesso è ancora più chiaro che gli accordi separati firmati da Fim e Uilm per il rinnovo del contratto non solo non aumentano il salario, ma sono al di sotto della stessa inflazione programmata dal governo. Ed è anche più chiaro quanto avesse e abbia ragione la Fiom a considerare ancora aperta la vertenza contrattuale e a lanciare la campagna per i pre-contratti. Infatti, i metalmeccanici hanno diritto alla difesa del loro salario: gli accordi separati hanno colpito le buste paga dei lavoratori e vanno superati.  

Dopo la pubblicazione del Dpef da parte del governo, ieri la Fiom anche per questa ragione ha ufficialmente chiesto la riapertura dei negoziati per i rinnovi di tutti i contratti nazionali (Federmeccanica, Confapi, Cooperative). In caso contrario, i metalmeccanici saranno costretti a subire una penalizzazione salariale senza precedenti a causa degli accordi separati.

 

Avanti con il pre-contratto

Le decisioni del governo in materia di inflazione rafforzano anche le ragioni dei pre-contratti. Non a caso nella piattaforma approvata dai lavoratori della Fincantieri nel referendum del 24 e 25 giugno si rivendica un aumento salariale che garantisca il potere d’acquisto e la redistribuzione di una parte della produttività.

Oggi gli scioperi per il pre-contratto sono proseguiti in tutto il gruppo Fincantieri con iniziative che esprimono ogni giorno di più la forza e il consenso dei lavoratori. Le più importanti si stanno svolgendo nel cantiere di Castellammare di Stabia (2 ore di sciopero articolato con presidio delle portinerie); a Genova Sestri (una manifestazione interna ha coinvolto anche la palazzina degli impiegati); nello stabilimento del Muggiano, a La Spezia, e all’Isotta Fraschini di Bari, dove i lavoratori hanno fatto anche oggi uno sciopero di 1 ora che ha concluso il programma della settimana.

 

18 luglio 2003