Riprendiamoci il contratto/15

FIOM NEWS

A cura del Coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri

 

Tra Fiom e Fincantieri botta e risposta durante la consegna della nave

Anche la cerimonia di consegna della nave da crociera “Oosterdam”, svoltasi sabato a Marghera, è stata l’occasione per un confronto tra Fiom e Fincantieri. All’ingresso dello stabilimento i delegati della Fiom hanno distribuito un comunicato bilingue. Nel corso della cerimonia Fabio Querin, coordinatore della Fiom nella Fincantieri di Marghera, è intervenuto “per spiegare le ragioni del conflitto che si è aperto nei cantieri navali, un conflitto cui i lavoratori sono costretti per impedire che si affermi l’arbitrio contro il diritto, la sopraffazione contro la democrazia”.

 

Le domande della Fiom

Il delegato della Fiom ha ricordato che “due mesi fa è stato sottoscritto il primo ‘non contratto’ nella storia delle relazioni industriali in Italia”. “Una intesa separata, sottoscritta dagli industriali e da organizzazioni sindacali di minoranza, che vorrebbe ridurre la capacità di acquisto di salari e stipendi ormai fra i più bassi di Europa e togliere alle persone stabilità e certezza nei rapporti di lavoro”. L’accordo separato non è mai stato approvato, ma lo si vuole imporre a tutti i lavoratori creando “una lesione della democrazia inquietante e pericolosa, poiché le minoranze si imporrebbero alle maggioranze”. “Per impedire questo si è riacceso il conflitto sociale nei cantieri navali” ha detto Querin che ha sottolineato che “anche il conflitto più aspro è finalizzato al raggiungimento di un’intesa” e ha concluso rinnovando a Fincantieri la richiesta d’incontro.

 

La risposta di Bono

Una risposta immediata alla Fiom è stata data dall’amministratore delegato della società, Giuseppe Bono, intervenuto subito dopo. Bono ha fatto due affermazioni. Il dialogo è giusto e sempre possibile, ma deve essere unitario perché sennò fa male all’azienda. E ha aggiunto che il confronto è possibile, ma solo nell’ambito delle leggi e delle regole vigenti.

 

Che cosa ha voluto dire l’amministratore delegato di Fincantieri?

La replica di Bono si presta a varie interpretazioni. Per chi dirige un’impresa che ha appena firmato un accordo separato, il richiamo all’unità sindacale è singolare. Infatti, se il richiamo è rivolto anche a sé stesso è un’autocritica: la conseguenza da trarre sarebbe il riconoscimento delle ragioni della Fiom. Se, invece, il richiamo all’unità è inteso secondo la concezione della Confindustria dell’unità con chi ci sta, allora significa che Fincantieri fa sua la teoria che è stata alla base della pratica degli accordi separati: dal patto di Milano, al biennio salariale dei metalmeccanici fino al patto per l’Italia. Se si firmano i contratti con chi chiede di meno, perché è più conveniente per le imprese, per lo meno ci sia risparmiata l’ipocrisia dei falsi rimpianti per l’unità sindacale.

La risposta che l’azienda darà alla nuova richiesta di incontro avanzata dal coordinamento Fiom chiarirà quale di queste due interpretazioni è quella vera.

 

15 luglio 2003