| Comunicato
      sindacale del Coordinamento nazionale Fim, Fiom, Uilm del gruppo
      Fincantieri
      
        
       In
      una riunione che si è svolta alla vigilia della straordinaria
      manifestazione dei 150 mila metalmeccanici a Roma, il coordinamento
      nazionale Fim, Fiom, Uilm della Fincantieri ha valutato la situazione
      complessiva del gruppo, soprattutto di fronte ai comportamenti concreti e
      alle dichiarazioni rese dall’azienda negli ultimi incontri. 
      
      
       Al
      termine di una approfondita discussione, il coordinamento sindacale ha
      assunto una posizione strategica, sintetizzata in questo comunicato, che
      dovrà, se necessario, essere sostenuta con una adeguata mobilitazione e,
      pertanto, sarà verificata con i lavoratori nelle assemblee che si
      svolgeranno nei prossimi giorni in tutto il gruppo.
      
      
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      I carichi di lavoro
      
      
      Il
      7 dicembre si svolgeranno a Genova due importanti incontri che dovranno
      affrontare il problema urgentissimo dei carichi di lavoro per il cantiere
      di Palermo e per l’area militare del gruppo (sede di Genova, cantieri di
      Riva Trigoso e Muggiano), compresi l’Isotta Fraschini di Bari e il
      Cetena, che sono coinvolti nel programma Fremm.
      
      
       Il
      coordinamento nazionale ritiene necessario che gli incontri permettano
      finalmente di verificare (dopo la soluzione del problema Fremm e nuove
      acquisizioni) se le intenzioni di Fincantieri annunciate nell’incontro
      del 9 novembre sono reali e in grado, quindi, di garantire un carico di
      lavoro adeguato alla missione produttiva di questi stabilimenti e un
      quadro di certezze di lungo periodo, a partire dal 2006.
      
      
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      La privatizzazione di
      Fincantieri
      
      
      Il
      coordinamento sindacale valuta inaccettabile qualsiasi tentativo di
      privatizzare 
      la Fincantieri
      , che determini un rischio per le prospettive industriali, per l’unità
      e l’integrità del Gruppo e per l’occupazione dei cantieri navali.
      
      
       Il
      progetto, più volte annunciato da Fincantieri sulla stampa e confermato
      in un incontro con le segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm, di collocare
      in borsa la maggioranza del suo pacchetto azionario rischia, infatti, di
      penalizzare fortemente 
      la Fincantieri
      , una delle poche grandi industrie manifatturiere sopravvissute al declino
      del sistema industriale del Paese. 
      
      
       Da
      azienda pubblica, ha alle spalle sei anni di bilanci in attivo, ha
      consolidato la sua posizione di leader sul mercato mondiale delle grandi
      navi da crociera e dei traghetti, esporta la grande maggioranza del suo
      fatturato contribuendo alla ricchezza nazionale, ha il suo insediamento
      produttivo in sette regioni e costituisce un pezzo insostituibile del
      patrimonio e dell’occupazione industriali dell’intero Paese. 
      La Fincantieri
      , infine, per la sua connessione con le politiche dei trasporti e della
      difesa, deve essere considerata, anche sulla base di recenti orientamenti
      europei (“Leadership 
      2015”
      ), un’industria strategica per l’Italia e per l’Europa.
      
       Questa
      azienda oggi ha più bisogno di un rafforzamento industriale, non di
      modificazioni dell’assetto societario che possono solo indebolirla
      strategicamente, sottoponendola ai diktat del mercato della finanza che
      spesso è in conflitto con le esigenze dell’industria. 
      
      
       D’altra
      parte, se la liquidazione di Fincantieri dovesse servire a fare cassa per
      le necessità di questo o di futuri governi, il coordinamento nazionale
      Fim, Fiom, Uilm di Fincantieri e i lavoratori avrebbero il diritto di
      opporsi con tutte le forze. E’ puro autolesionismo pensare di chiudere i
      buchi del bilancio dello Stato svendendo i pezzi migliori del suo apparato
      industriale.
      
      
       Il
      coordinamento nazionale Fim, Fiom, Uilm decide di attivare le procedure di
      informazione e di consultazione, chiedendo la convocazione urgente del
      “Comitato strategico”, così come previsto dagli accordi, per compiere
      un’ulteriore verifica sulle intenzioni del vertice dell’azienda e,
      contestualmente, decide di avviare un confronto pubblico con tutti i
      soggetti istituzionali e politici che sarebbero coinvolti nell’eventuale
      privatizzazione, anche attraverso un’adeguata campagna di informazione. 
      
      
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      Il rispetto dell’accordo di gruppo
      
      
       L’incontro
      del 9 novembre ha fatto registrare l’indisponibilità dell’azienda a
      confrontarsi seriamente con il coordinamento sindacale sullo stato di
      applicazione dell’accordo di gruppo. I comportamenti e le dichiarazioni
      di Fincantieri rivelano che l’azienda non considera l’accordo un
      vincolo. Questo fatto è inaccettabile perché un contratto, qualsiasi
      contratto, è tale in quanto prevede dei vincoli per le parti che lo
      sottoscrivono. Ma questo fatto è ancora più grave in questo caso, perché
      l’accordo di gruppo del giugno 
      2004 ha
      chiuso una lunga fase di conflitto con l’azienda e di divisioni tra le
      organizzazioni sindacali. Anche per questi motivi i lavoratori l’hanno
      approvato in modo quasi unanime. E’ irresponsabile da parte
      dell’azienda cercare di sminuire o di liquidare un accordo così
      importante.
      
      
       Il
      coordinamento sindacale ha denunciato in modo puntuale il non rispetto
      dell’accordo in tema di relazioni sindacali, organici e appalti,
      sicurezza e salario. Di fronte alle mancate risposte da parte della
      direzione aziendale, su tutti questi problemi il coordinamento decide di
      aprire un confronto serio e concreto con l’azienda che dovrà
      concludersi con risultati certi in tempi ragionevolmente rapidi. Se così
      non fosse il coordinamento attiverà adeguate iniziative utili alla
      definizione del confronto.
      
      
      
       In
      questo confronto c’è una priorità che è quella degli organici. 
      La Fincantieri
      non ha garantito il pieno reintegro del turn-over e non ha provveduto
      all’adeguamento degli organici di fronte all’acquisizione di nuove
      commesse, come l’accordo stabiliva, in una fase in cui il gruppo ha
      acquisito 5 navi da crociera, 12 traghetti e altre navi speciali. Finora
      l’azienda ha fronteggiato questi carichi aumentando a dismisura il
      ricorso agli appalti. 
      
      
       Questo
      comportamento viola gravemente l’accordo sottoscritto e rappresenta un
      pericolo per la stessa azienda. Il caso Castellammare dimostra che
      l’equilibrio tra risorse interne ed esterne è in crisi e l’azienda
      non possiede più tutte le professionalità necessarie a costruire la
      nave. Se questa situazione dovesse ripetersi per una grande nave da
      crociera le ripercussioni sarebbero drammatiche per tutto il gruppo. Ecco
      perché un intervento sugli organici e un controllo sugli appalti sono
      indispensabili e urgenti.
      
       Il
      coordinamento nazionale sollecita le Rsu a convocare assemblee in tutte le
      unità produttive del gruppo Fincantieri, coinvolgendo anche i
      coordinatori nazionali, per informare i lavoratori su questi problemi e
      verificare il loro consenso sulle proposte che il coordinamento ha cercato
      di riassumere in questo documento e decidere tutte le iniziative
      necessarie.
      
       
       
       
       
       Roma,
      5 dicembre 2005
      
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