Riprendiamoci il contratto/9Quelli
che hanno cancellato il
contratto Adesso
vogliono far fuori
la
contrattazione aziendale
Fim e Uilm aprono la procedura per il contratto aziendale Perché tanta fretta? Il contratto nazionale viene prima di quello aziendale La
Fim e la Uilm, infatti, partono dalla premessa che il contratto c’è ed è
stato approvato da una larga maggioranza dei lavoratori e arrivano alla
conclusione che, fatto il contratto nazionale, si deve fare il contratto
aziendale. Non c’è dubbio che il 7 maggio Fim e Uilm abbiano firmato un
accordo separato con Federmeccanica. Ma che questa intesa sia stata approvata
non è assolutamente vero. E’ bene ricordare che la Fim e la Uilm hanno
rifiutato di fare un referendum nazionale, che la Fiom aveva richiesto,
dichiarando in anticipo che si sarebbe adeguata al responso democratico del voto
dei lavoratori. Fim e Uilm hanno detto no al referendum perché sapevano che
l’avrebbero perso. E, al termine di una consultazione dei loro iscritti, hanno
fornito dei risultati che dimostrano che solo un metalmeccanico su dieci avrebbe
approvato l’accordo separato. Perché allora la Fiom dovrebbe arrendersi al
sopruso di un contratto mai approvato e non dovrebbe cercare, come sta facendo,
di riaprire la partita per dare ai lavoratori un contratto dignitoso? La Fiom ha
deciso di rilanciare la vertenza con i pre-contratti e ha proclamato, per dare
respiro alla lotta, uno sciopero generale dei metalmeccanici, con la
manifestazione a Roma il 17 ottobre. I lavoratori della Fincantieri hanno approvato la proposta della Fiom La
Fiom non impone nulla a nessuno. La scelta di fare il pre-contratto in
Fincantieri è stata proposta nelle assemblee e approvata dai lavoratori nel
referendum del 24 e 25 giugno. E da una settimana i lavoratori della Fincantieri
scioperano in tutto il gruppo. Questi scioperi, effettuati con modalità che
riducono al minimo il sacrificio per i lavoratori ed esaltano al massimo
l’efficacia sul sistema produttivo, cominciano a incidere. Questi sono i fatti
che hanno innervosito l’azienda, che ha rifiutato qualsiasi confronto e, per
spaventare i lavoratori, fa sapere che non si siederà mai a un tavolo con la
Fiom, ma gli stessi fatti hanno probabilmente indotto la Fim e la Uilm a
bruciare i tempi, nel tentativo di introdurre un elemento di confusione tra i
lavoratori. E di mettere un bastone tra le ruote alla lotta per il pre-contratto
per impedirle di svilupparsi e raggiungere il suo obiettivo. Attenti! Il gatto e la volpe sono di nuovo all’opera! Il messaggio della Fim e della Uilm è trasparente: cari lavoratori, se volete che vi facciamo un contrattino aziendale, magari attraverso un nuovo accordo separato, dovete prima ingoiare il rospo del contratto nazionale. La Fiom dice il contrario: per fare un buon contratto aziendale bisogna prima sgombrare il campo dal macigno dell’accordo separato e ripristinare il principio democratico che sono i lavoratori a decidere sulle piattaforme e sugli accordi. In gioco è la possibilità di contrattare, cioè di modificare le scelte aziendali. Oggi le Rsu spesso sono ridotte a fare i notai di decisioni unilaterali: dai passaggi di categoria proposti dai capi, alle esigenze della produzione che sovrastano quelle della sicurezza e della salute dei lavoratori, fino al salario, con l’azienda che mentre non riconosce ai lavoratori tutta la produttività realizzata, eroga quote di salario discrezionale. I
lavoratori della Fincantieri hanno la possibilità di scegliere. Con il
referendum e con gli scioperi hanno già detto che non vogliono ingoiare il
rospo. E hanno ragione, perché ingoiato il primo potrebbero essere costretti a
ingoiarne altri. Riprendersi il contratto nazionale è la condizione necessaria
per poter fare anche un buon accordo aziendale. il
coordinamento nazionale fiom Roma, 7 luglio 2003
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