Coordinamento nazionale Fiom Gruppo Fincantieri Documento
conclusivo Il
coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri si è riunito a Roma il 13
marzo e ha discusso della guerra, del contratto e della situazione del gruppo. No
alla guerra! Continuiamo a lottare per la pace! Anche
se la guerra sembra imminente la Fiom non rinuncia a lottare per la pace e fa
appello alle strutture sindacali, alle Rsu e ai lavoratori dei cantieri navali
perché non ci si rassegni alla guerra: assemblee nei cantieri e informazione ai
lavoratori; bandiere della pace ai cancelli e nelle officine; ordini del giorno
da inviare ai parlamentari dei propri collegi perché in Parlamento votino no
alla guerra e alla partecipazione dell’Italia in qualsiasi forma; scioperi
immediati e partecipazione alle manifestazioni unitarie nel caso del verificarsi
dell’attacco all’Iraq. Per
il contratto! Le
trattative per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici vanno male. Le
richieste della Fiom, sostenute con il voto da più di 450 mila lavoratrici e
lavoratori, hanno finora ricevuto un netto rifiuto da parte della Federmeccanica.
Sulla trattativa pesano negativamente le diverse posizioni assunte dalla Fim e
dalla Uilm, che fin dall’inizio della vertenza si sono dichiarate disponibili
ad accordi separati. Ma pesa anche l’iniziativa legislativa del governo. Le
deleghe sul mercato del lavoro il progetto di legge sull’orario di lavoro
liquidano i diritti contrattuali e,quindi, la Federmeccanica li usa come
sostegno alle sue posizioni. Tuttavia
la Fiom ha deciso di continuare a trattare utilizzando fino in fondo il periodo
della moratoria, che scade il 27 aprile. Solo nel caso di un accordo separato la
Fiom chiamerà i lavoratori allo sciopero prima di questa data. Ma se il
negoziato non si sbloccherà, dopo il 27 aprile sarà necessario ricorrere allo
sciopero per modificare la posizione delle imprese. Di
fronte a questa situazione il coordinamento nazionale Fiom del gruppo
Fincantieri ha deciso queste iniziative:
Fincantieri:
per il rispetto degli accordi! Il
coordinamento ha poi fatto il punto sulla situazione sindacale nel gruppo e
sollecita la direzione aziendale a fissare la data dell’incontro per portare
finalmente a compimento la verifica sull’accordo del 28.10.2000, che era stata
avviata circa un anno fa. Riepiloghiamo i punti principali del confronto. Per
quanto concerne la privatizzazione, anche di fronte a indiscrezioni
apparse sulla stampa relativamente alla separazione tra militare e civile, il
coordinamento nazionale Fiom ribadisce che l’unità e l’integrità del
gruppo sono per noi una condizione irrinunciabile e che pertanto ci opporremo
risolutamente a qualsiasi ipotesi che metta a rischio l’elemento chiave della
forza industriale di Fincantieri. Fincantieri
ormai da molto tempo non acquisisce nuove commesse e la situazione dei carichi
di lavoro si fa sempre più seria, soprattutto nei cantieri di costruzione
di navi da trasporto. Fincantieri da una parte rassicura tutti e dall’altra
gestisce queste criticità in modo assolutamente non trasparente, quasi
alimentando la divisione tra i cantieri. E’ necessario invece discutere a un
tavolo nazionale, in modo coordinato e trasparente, il problema del carico di
lavoro e la sua ripartizione, che permetta a tutti i cantieri di saturare i
vuoti di lavoro del 2003. Ma è anche indispensabile che la società sia più
attiva sul mercato, perché senza nuove commesse il 2004 diventerà un anno
molto difficile. Lo
stato di applicazione dell’accordo di gruppo non è soddisfacente. Con la sola
eccezione dei cantieri militari, gli organici sono inferiori a quelli
stabiliti e questo provoca un ricorso agli appalti in deroga oltre i limiti
stabiliti dalla legge e dagli accordi. Nel 2002 vi sono stati cantieri nei quali
le ditte d’appalto delle attività di scafo hanno sviluppato una quantità di
ore di lavoro addirittura superiore a quella sviluppata dai lavoratori del
cantiere. E a fronte di questa situazione il programma di nuove assunzioni non
è neppure in grado di compensare le nuove uscite e, quindi, gli organici
continuano a ridursi. Nell’area
degli appalti la violazione sistematica delle norme contrattuali e di
legge continua ad essere la regola. I lavoratori delle ditte non hanno ancora,
nonostante gli impegni assunti da Fincantieri, un sistema di timbrature che
permetta di certificare i loro orari di lavoro. Mentre perdura la scandalosa
pratica della liberatoria, e cioè del fatto che il dipendente di una ditta può
passare ad un’altra ditta solo con il permesso scritto della Fincantieri. Sulla
questione della sicurezza l’ultimo incidente mortale a Riva Trigoso
dimostra che la situazione rimane grave e che ancora nei cantieri il rispetto
delle norme che tutelano la salute e l’incolumità dei lavoratori non è un
fatto acquisito. Sul
problema del salario, infine, alcuni cantieri del gruppo hanno raggiunto
il massimo della scala di produttività, mentre altri sono ancora al di sotto
dei 30 punti. I sindacati avevano a suo tempo avanzato una proposta che
permetteva di riconoscere sia agli uni che agli altri il contributo che tutti i
lavoratori hanno dato ai risultati positivi del gruppo. Siamo ancora in attesa
di una risposta dell’azienda. Infine, a proposito dell’aggressione subita da Domenico Carolei, il coordinatore Fiom nello stabilimento di Castellammare di Stabia, da parte di due titolari di ditte di appalto il coordinamento nazionale Fiom del gruppo Fincantieri esprime tutta la sua solidarietà al nostro rappresentante sindacale e chiede un rigoroso accertamento delle responsabilità dirette dell’aggressione. In tutti i casi questo episodio è un campanello d’allarme che segnala che si è superato ormai il livello di guardia: per questo il coordinamento Fiom avanza la proposta formale dell’istituzione di un protocollo di legalità anche nel cantiere navale di Castellammare di Stabia. Roma, 13 marzo 2003
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