Assemblea nazionale dei delegati Fiom Fincantieri Trieste, 10 ottobre 2002 Resoconto dei lavori |
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FINeCANTIERI!, è il titolo dell'Assemblea convocata dalla Fiom-Cgil con tutti i delegati Fiom della Fincantieri e delle altre aziende del settore. Nel richiamare il nome dell’azienda più importante a livello nazionale nel settore della navalmeccanica, questo titolo esplicita un giudizio di valore rispetto a ciò che riguarda le decisioni o, meglio, le “indecisioni” dell’attuale gruppo dirigente della stessa. Nel
documento preparatorio si delinea un ragionamento che ruota attorno a tre
diversi argomenti:
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Su queste linee anche la relazione introduttiva di Sandro Bianchi, coordinatore nazionale Fiom per la Navalmeccanica, il quale, oltre ad approfondire gli enunciati schematicamente espressi nel Documento, lancia all’Assemblea una griglia di iniziative per esplicitare a tutti coloro che sono interessati (lavoratori, azienda, istituzioni sia locali che nazionali) le posizioni e le opinioni della Fiom-Cgil sui singoli punti. Il giudizio “preoccupato” sulla situazione attuale e sulle prospettive dell’azienda, che si muove in un mercato internazionale nel quale perde quote relativamente ai produttori asiatici, si fonda sull’incomprensibilità degli atteggiamenti dell’azienda che non chiariscono quali iniziative sta assumendo a salvaguardia di se stessa. Il tutto accompagnato da un radicale cambiamento della qualità delle relazioni sindacali. Masat, Fiom Monfalcone, conferma questa impressione raccontando come l’azienda abbia, di recente, convocato la sola Fiom chiedendo spiegazioni sugli “attacchi” e affermando, senza peraltro argomentare in modo serio, che sta facendo di tutto per acquisire nuovi ordini. “E’ un tentativo di modificare i rapporti con la Fiom, dato che le posizioni espresse sono state, fino ad oggi, unitarie”. |
Sandro Bianchi |
Intervento |
Dello stesso avviso anche Giuliani (Ancona), che denuncia un cambio di stile da parte di Fincantieri, che non disdegna il tentativo di alimentare divisioni tra le organizzazioni sindacali. Tutti concordano sul fatto che, sul rispetto degli accordi, anzi sul “non rispetto”, ci sia molto da dire. Sia per ciò che riguarda la parte salariale, sulla quale l’azienda ha rigettato le ipotesi avanzate dal sindacato dopo averle, in qualche modo sollecitate, sia per quanto riguarda la parte relativa agli assetti societari. Ed è questo uno degli aspetti più preoccupanti. Firpo, Fiom Genova, sottolinea le dichiarazioni del governo, rispetto alla possibilità di partnership estere per la manovra di privatizzazione del gruppo e manifesta preoccupazione per il carattere puramente “finanziario” che l’operazione sta assumendo. “A Riva Trigoso ci sarà a breve la necessità di sopperire agli esodi per amianto con assunzioni; per i numeri e per le professionalità necessarie al ciclo produttivo: sarà questa un’occasione per verificare le reali intenzioni dell’azienda." Dello stesso avviso un delegato di Palermo che in un accalorato intervento denuncia la contraddittorietà delle dichiarazioni che via via vengono rilasciate dai gruppi dirigenti sia di Fincantieri che di Finmeccanica, società candidata a partecipare alla privatizzazione. |
Anche questo aspetto è oggetto di discussione: Montepagano, rsu cantiere di Riva Trigoso, sottolinea: “non ci convince il passaggio del solo militare a Finmeccanica”. Morin di Marghera, nel descrivere gli effetti devastanti sulla struttura industriale del territorio portati da una privatizzazione dissennata e priva di progetti industriali solidi, non dà per scontato che la proposta di un passaggio integrale del gruppo passi tra le diverse ipotesi in campo. “ Occorre un patto di solidarietà che coinvolga anche Fim e Uilm su queste posizioni, ma deve essere chiaro che la Fiom questa idea non la molla!” Ricorda inoltre come la prospettiva di prossimi scarichi di lavoro del cantiere di Sestri Ponente, peraltro confermata anche da Nicora, RSU di Sestri Ponente, possa essere utilizzata dall’azienda, proprio per argomentare e avvalorare “spezzatini” che sarebbero industrialmente devastanti. Masat (Monfalcone): “Negli anni 90 fu proprio la forte iniziativa sindacale a far recedere dalle ipotesi di frazionamento della struttura produttiva Fincantieri, e fu un’ iniziativa rafforzata da fondate ragioni industriali”. |
Il tavolo |
La sala |
Sulle iniziative proposte è un coro di consensi da parte di tutti gli intervenuti: avanti con le iniziative rivolte alle istituzioni, cominciando a organizzare eventuali mobilitazioni, cercando di salvaguardare l’unità di intenti con gli altri sindacati, ma nella piena autonomia di analisi. Le conclusioni di Gianni Rinaldini non fanno che confermare i contenuti del documento preparatorio, contestualizzandolo nella attuale mancanza di politiche industriali credibili che attraversa i settori produttivi più importanti del paese. Sullo specifico argomento sottolinea ancora una volta la necessità di agire sui due binari, istituzionale e sociale (senza aspettare di trovarsi i “giochi fatti”): il primo lanciando iniziative che coinvolgano le città e le regioni coinvolte in questi processi (Conferenza delle città “marinare”) nonché l’organo legislativo e lo stesso governo; il secondo verificando con il proprio gruppo dirigente e con le altre organizzazioni sindacali le posizioni espresse, riservandosi la possibilità di esercitare atti conflittuali anche da soli, se necessario. La quantità e la qualità degli interventi all’assemblea (circa 120 persone presenti) è stata alta. Il documento preparatorio viene assunto dall’assemblea diventando strumento per tutte le iniziative che la Fiom attuerà a sostegno e a salvaguardia dell’integrità della principale azienda italiana nella navalmeccanica con qualche aggiunta che accoglierà le indicazioni date dai delegati. |