Roma, 5 dicembre 2002

Oggi a Roma è giunta una delegazione proveniente da Cassino di lavoratori della Fiat, accompagnati dai  sindaci di alcune città del frusinate, che hanno portato i gonfaloni, e dagli studenti dell'Istituto tecnico di Cassino, per protestare contro il piano industriale della Fiat.

Nel tardo pomeriggio, al fianco delle donne di Termini Imerese e dei lavoratori di Cassino, è arrivata una delegazione di lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano ai quali è stato impedito l'ingresso in piazza Colonna, ma che non hanno mancato di far sentire la loro voce dai portici di palazzo Colonna.

 

Ernesto Rocchi - segretario generale Fiom Lazio

Ieri (4 dicembre 2002, ndr) abbiamo fatto 16 ore di blocchi a Cassino, con la chiusura totale dello stabilimento e con azioni che sono state concluse da manifestazioni di tutta la città, che è scesa in piazza, i negozianti hanno chiuso per dimostrare la solidarietà ai lavoratori della Fiat e dell'indotto.

Oggi siamo venuti a Roma, davanti al Parlamento, dove c'è una rappresentanza di una quarantina di comuni del frusinate, compresi ovviamente Cassino e Frosinone, hanno portato i gonfaloni; ci sono i sindaci e gli studenti dell'Istituto tecnico di Cassino, che esprimono la loro solidarietà ai lavoratori della Fiat, in lotta per la vertenza nazionale del gruppo.

 

Guerino Ventre - Rsu Fiom, Fiat Cassino

Oggi noi siamo qua per far sentire la nostra presenza al governo e protestare contro il piano industriale della Fiat, che prevede solo cassa integrazione, che è l'anticamera del licenziamento. Veniamo da Cassino, una zona che è cresciuta economicamente con la Fiat, e da noi saranno messi in cassa integrazione 1.204 operai, oltre a 800 operai delle ditte terziarizzate, con una ricaduta sull'indotto di circa 5.000 operai: alla fine saranno circa 7.000 gli operai che verranno messi fuori dal ciclo produttivo e questo la nostra zona non è in grado di sopportarlo, perché siamo fortemente dipendenti dalla Fiat.

Oggi qua vogliamo far sentire ancora di più la voce dello stabilimento, degli operai che protestano contro questo piano che assolutamente ci vede contrari, bisogna cambiarlo.

Diciamo con forza che nessuno stabilimento deve essere chiuso, da Nord a Sud deve essere una unica lotta contro questo provvedimento Fiat. Dobbiamo essere tutti quanti uniti, perché solo uniti possiamo salvarci, Cassino come Termini Imerese, come Mirafiori. La guerra fra poveri non deve esistere, non serve a niente.

Esprimiamo solidarietà alle donne di Termini Imerese – come loro sicuramente la esprimono ai lavoratori di Cassino, di Mirafiori ecc. – che stanno facendo un presidio davanti a palazzo Chigi da ieri mattina. Anche noi vogliamo restare qui fino a quando non avremo notizie, possibilmente positive, anche perché a Cassino aspettano di avere notizie per organizzarsi per i prossimi giorni.

Se le cose vanno male, domani bisogna riprendere i presìdi, la lotta, domani dobbiamo di nuovo essere davanti ai cancelli della fabbrica, come ieri: abbiamo bloccato con i presìdi non solo lo stabilimento, ma anche l'autostrada e la ferrovia.

Oggi è una giornata interlocutoria, siamo in attesa di quello che succede per prendere altre decisioni.