Roma, 4 maggio 2004

manifestazione del coordinamento dei delegati della Fiat Sata di Melfi


Riportiamo di seguito alcuni passaggi dal comizio conclusivo tenuto da Gianni Rinaldini, segretario generale Fiom-Cgil

 

“È finita una storia di dieci anni, si è aperto un capitolo nuovo che ha un punto centrale che quelli della Fiat devono sapere: i lavoratori di Melfi hanno detto basta, non sono più disponibili a essere usati dalla Fiat, dalle condizioni di lavoro alle condizioni retributive, ai 9.000 provvedimenti disciplinari presi dal 2001 a oggi, con 2.500 soltanto nell’ultimo anno.”

“La Fiat pensava che una volta tolti i presìdi la situazione sarebbe tornata regolare e invece anche se la questura afferma che effettivamente chi vuole può entrare al lavoro, i lavoratori a Melfi rimangono fuori dallo stabilimento.”

“Noi lo diciamo alle altre organizzazioni sindacali e lo diciamo alla Fiat: deve essere ripreso un negoziato, che sia no-stop e a Melfi, con le rappresentanze sindacali aziendali.”

“Questa mattina è uscito un altro comunicato della Fiat in cui l’azienda valuta in circa 35.000 le automobili perse a causa di questa vertenza. Noi diciamo alla Fiat che se siamo arrivati a questo punto, con una piattaforma presentata dai sindacati quattro anni fa e neanche presa in considerazione, la responsabilità è soltanto dell’azienda che non può ora lamentarsi della perdita di produzione.”

“Il modo di risolvere la questione è un negoziato no-stop di uno-due giorni per verificare fino in fondo la possibilità di fare un accordo. Un accordo, sia chiaro, valido solo se i lavoratori di Melfi lo approveranno attraverso un referendum. Perché quando si discute della condizione lavorativa e retributiva dei lavoratori, i titolari degli accordi non sono le organizzazioni sindacali ma i lavoratori.”

“Girano delle voci sulla possibilità di riprendere la trattativa, alcune positive, altre meno che riguardano una possibile strategia che porti i lavoratori allo sfinimento. Noi diciamo all’azienda: attenzione, noi siamo in grado di resistere un minuto più di voi.”

“Se la Fiat non riapre il negoziato il governo ha il dovere di convocare le parti e non può sottrarsi a questo.”