11 marzo: sciopero nazionale dei lavoratori Fiat auto e della componentistica

 

Si è svolto a Torino lo scorso 3 febbraio l’assemblea nazionale unitaria dei delegati sindacali di Fiat Auto, di Powertrain e dell’indotto per discutere della situazione critica in cui versa la Fiat.  

Il giudizio che abbiamo espresso è quello di una grande preoccupazione per il futuro di Fiat Auto che non è stata risolta dal superamento del Put con la GM in quanto l’andamento del mercato non dà segnali di ripresa. Ciò sta comportando un ricorso massiccio alla Cassa Integrazione negli stabilimenti di Fiat Auto e dell’indotto, da Mirafiori, a Cassino, a Termini Imerese, da Arese a Pomigliano, da Termoli a Melfi.

Per uscire dalla crisi e riconquistare una posizione di sviluppo per l’auto riteniamo indispensabile mettere in atto ulteriori e nuovi investimenti, onde sviluppare nuovi modelli a forte innovazione tecnologica ed ecologica così da riconquistare quote di mercato, con particolare attenzione ai segmenti a basso impatto ambientale (ibridi, metano, idrogeno) che sono il futuro dell’auto.

Vanno inoltre avviate iniziative per allargare il perimetro delle alleanze industriali, creando sinergie con altri partners e permettendo, in tal modo, di incrementare i volumi produttivi degli stabilimenti.

Su questi obiettivi siamo in attesa dell’incontro con l’A.D. per conoscere le nuove  strategie industriali sul settore auto.

Per realizzare un nuovo piano industriale chiediamo inoltre che si avvii immediatamente un confronto anche con il Governo individuandone, se necessario, le forme e le modalità di impegno.

Con la manifestazione a Roma, rivendichiamo la necessità di reperire le risorse finanziarie adeguate al rilancio industriale del settore Auto ed alla difesa del suo patrimonio industriale, tecnologico ed occupazionale. Per queste ragioni Fim, Fiom, Uilm e Fismic indicono uno

 

sciopero nazionale di 8 ore per venerdì 11 marzo

nel gruppo Fiat Auto, Powertrain e nella Componentistica Auto

con manifestazione nazionale a Roma

 

 

Roma, 2 marzo 2005