Fiat Melfi. Fiom: trattativa no stop a Melfi. I risultati andranno sottoposti ai lavoratori La Segreteria nazionale della Fiom esprime pieno e convinto sostegno alla lotta dei lavoratori di Melfi per migliori condizioni di lavoro e per la parità dei diritti e del salario. Questa lotta avviene con un consenso straordinario, con una partecipazione e una limpidezza democratica che sono sotto gli occhi di tutti. La manifestazione convocata a Roma, con eccezionale partecipazione, ne è un’ulteriore conferma. Lo sciopero è totale per il consenso delle lavoratrici e dei lavoratori alle richieste presentate dal coordinamento delle Rsu in lotta. Per queste ragioni la Fiom respinge ogni tentativo di oscurare il grande valore democratico di questa vertenza. Alla Fiom non risultano in nessun modo - e questo è confermato anche dalle pubbliche autorità - atti di aggressioni, di fronte alla fabbrica, aventi lo scopo di impedire l’entrata al lavoro di chi dissente dallo sciopero. In ogni caso, è interesse della Fiom che si faccia piena luce su quanto denunciato. Deve essere comunque chiaro che l’esigua minoranza di lavoratori che non condivide lo sciopero può accedere allo stabilimento, come votato dall’assemblea dei lavoratori il 29 aprile. In questa situazione, in cui è in corso uno sciopero perfettamente legittimo e assolutamente democratico, la Fiat si è assunta la gravissima responsabilità di interrompere il negoziato. La scelta della Fim-Cisl di chiedere la sospensione delle trattative, adducendo motivazioni basate su fatti tutti da verificare, ha fornito all’Azienda il pretesto per non trattare sulle rivendicazioni dei lavoratori. La verità è che fin dall’inizio l’Azienda ha contraddetto, con i suoi concreti comportamenti, quanto affermato dai suoi vertici: la disponibilità a trattare senza pregiudiziali. Al tavolo delle trattative la Fiat ha semplicemente riproposto posizioni che da anni non trovano il consenso dei lavoratori e che sono all’origine della lotta in corso. La direzione Fiat si è quindi assunta la grave responsabilità di rifiutare il negoziato, evidentemente con lo scopo di non ascoltare i lavoratori in lotta. Di fronte a questa situazione, che ripropone tutti quei motivi di chiusura verso il lavoro e di autoritarismo burocratico che sono parte rilevante delle cause della crisi del Gruppo, la Fiat deve essere richiamata alle proprie responsabilità. La Segreteria nazionale della Fiom chiede alla Fiat di aprire, subito dopo la manifestazione a Roma, un negoziato no stop a Melfi. Tale negoziato si dovrà concludere in pochi giorni con la definizione delle proposte con cui l’Azienda intende rispondere alle richieste dei lavoratori. La Fiom sottoporrà tali proposte al voto segreto dei lavoratori e si atterrà al giudizio di quel voto. Un eventuale rifiuto da parte della Fiat di questo percorso dimostrerebbe che l’Azienda, contraddicendo quanto dichiarato alle Segreterie Cgil, Cisl e Uil e, più in generale, all’opinione pubblica, ha deciso di non negoziare sulle condizioni dello stabilimento di Melfi e, quindi, ha scelto una strada di autoritarismo e di repressione nei confronti di tutti i lavoratori del gruppo. Nel caso in cui la Fiat non dovesse aprire immediatamente il negoziato, la Segreteria nazionale della Fiom chiederà alla propria Direzione nazionale, convocata per martedì 4 maggio, il mandato a decidere ulteriori iniziative di lotta a sostegno dei lavoratori di Melfi. La Segreteria nazionale della Fiom conferma la sottoscrizione di solidarietà per i lavoratori di Melfi, sottoscrizione che ha già avuto inizio con un successo di vastissime proporzioni. la Segreteria nazionale della Fiom-Cgil Roma,
3 maggio 2004 |