Comunicato
sindacale Fiom
Il
Coordinamento Fiom Fiat riunito il 17 settembre 2003, ha valutato come
gravissimo l’atto compiuto dalla direzione Fiat Sata di Melfi nei confronti
del lavoratore Miniscalchi Leonardo delegato della Fiom Cgil di quello
stabilimento. Nell’avergli
impedito di entrare in fabbrica, senza alcuna motivazione scritta, ha di fatto
sospeso qualsiasi stato di diritto, e questo credevamo che nel 2003 non fosse più
possibile potesse accadere. Chiediamo
che la Fiat reintegri immediatamente il lavoratore, al quale esprimiamo tutta la
nostra solidarietà, in caso contrario procederemo per le vie legali affinché
in quello stabilimento non possano più accadere fatti del genere. Al
lavoratore e compagno Leonardo, esprimiamo tutta la nostra solidarietà umana e
sindacale, perché quello che lui ha subito è stato di una violenza inaudita. E’
stato un atto che ricorda episodi da padrone delle Ferriere, che credevamo
fossero spariti con l’avvento della legge 300 “Statuto dei Lavoratori”. A
quanto pare all’interno dello stabilimento Fiat Sata di Melfi, vi è qualche
personaggio che crede di essere al di sopra di questa legge, con buona pace di
tutte le teorie sulla concertazione e sulla consensualità nelle decisioni. L’unico
consenso che a quanto pare è ammesso è di essere asserviti ai voleri di questo
o quel capo, e ciò ha ben poco ha a che fare con la dignità dell’uomo e del
cittadino, ma è più consono ad uno stato di schiavitù. Per
questi motivi, metteremo in atto tutte le azioni sindacali e legali, affinché
questi episodi non abbiano più a ripetersi. Fiom-Cgil nazionale e Coordinamento nazionale Fiom Fiat Roma, 17 settembre 2003 |