Perché
la Fiom non ha aderito a quanto proposto dalla Fiat.
Nell’incontro svoltosi mercoledì 26 febbraio presso l’Unione Industriali di Frosinone, la Fiat ha presentato il piano per il recupero delle produzioni e quindi il rientro dei cassintegrati, oltre alla conferma dei contratti di formazione lavoro in scadenza. Questi
sono fatti positivi. Nello
stesso testo, tuttavia, la Fiat ha
inserito il riferimento alla
procedura di mobilità per circa 200 lavoratori, 200 posti in meno per lo
stabilimento di Cassino, che accentua l’impoverimento del sito industriale (va
ricordato che le 200 mobilità ordinarie sono aggiuntive a quelle previste
dall’accordo di programma tra Fiat e governo e rifiutate da Fim, Fiom, Uilm e
Cgil, Cisl, Uil. Il recupero
produttivo (1.090 vetture prodotte al giorno) sommato alla diminuzione
degli organici provoca inevitabilmente un aumento dei carichi di lavoro. E’
per questo motivo che nel testo si fa esplicito riferimento all’accordo del 15
marzo 2001 che sanciva
l’introduzione della nuova tempistica TMC2 con un recupero dei tempi di lavoro
di circa 20% e conseguente aumento dello sfruttamento individuale dei
lavoratori. Inoltre,
il non accoglimento delle richieste
avanzato dalla Fiom sulla “spalmatura” della CIG/O, nella carenza di
produzione dovuta a problemi di mercato, è un ulteriore elemento che
non ha consentito alla Fiom di
sottoscrivere l’intesa. Alla
luce di quanto sopra, appare evidente,
che gli elementi positivi presenti nell’accordo, erano già stati contemplati
dall’accordo di programma Fiat/governo
del 5 dicembre 2002, e quindi l’obiettivo di Fiat era esclusivamente
quello di ribadire che c’erano 200 mobilità aggiuntive senza fornire nessun
progetto industriale con riferimento alle sorti dello stabilimento di Piedimonte
San Germano. E’
quindi, l’accordo separato
peggiorativo addirittura della situazione che si era prefigurata il 5 dicembre
2002 e non solo: questo accordo va contro le lotte che i lavoratori hanno fatto
in questi mesi per rivendicare un tavolo
nazionale capace di modificare il
piano industriale, che da giudizio
unanime, porta alla scomparsa del settore auto nel nostro Paese. Gli
accordi spezzatino, privi di contenuti, non servono ai lavoratori
e agli interessi generali del Paese. La Fiom, invita tutti i lavoratori a partecipare all’attivo di zona del 7 marzo p.v., per proseguire nell’iniziativa e far cambiare il piano industriale per lo stabilimento di Cassino e degli altri stabilimenti italiani. NO
AI LICENZIAMENTI MASCHERATI DA MOBILITA’ VOLONTARIA NO
ALL’AUMENTO DEI CARICHI DI LAVORO SI
AL TAVOLO NAZIONALE PER IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE E LA SALVAGUARDIA
DEL SETTORE AUTO NEL NOSTRO PAESE Fiom nazionale - Fiom Lazio - Fiom Frosinone |