Comunicato
sindacale Fiom. Coordinamento nazionale Iveco Il
coordinamento nazionale del settore Iveco si è riunito il 17 febbraio Il
coordinamento, convocato unitariamente per verificare la possibilità di
una vertenza di settore Iveco con al centro i temi delle prospettive,
del salario, del lavoro precario e delle condizioni di lavoro, si è
svolto e si è concluso senza raggiungere una posizione unitaria sul
tema della vertenza aziendale per tutti gli stabilimenti Iveco. Le
posizioni sindacali sono oggi distanti: -
Fismic e Uilm sostengono che è necessario avviare un percorso per la
vertenza di tutto il gruppo Fiat con la definizione di una nuova
piattaforma di gruppo da negoziare dopo il rinnovo del contratto
nazionale, -
Fim sostiene la necessità di definire una nuova piattaforma di settore
Iveco da negoziare dopo il rinnovo del contratto nazionale, -
La
posizione della Fiom è l’unica che risponde in termini concreti
all’esigenza in Iveco di risposte ai singoli stabilimenti e ai
lavoratori sui temi delle prospettive, della precarietà e del salario,
fermo in Iveco dalla scadenza del contratto aziendale in Fiat nel 1999. -
La situazione dell’auto, con il massiccio ricorso alla cassa
integrazione e con l’assenza allo stato attuale di un piano
industriale che offra prospettive a tutti gli stabilimenti, non cambia;
l’accordo fatto da Fiat con General Motors definisce economicamente un
contenzioso, non affronta il problema delle quote di mercato che si
riducono e della mancanza di nuovi modelli, non risolve il problema
finanziario che rimane in tutta la sua gravità. -
Non è credibile oggi in Fiat un confronto sulle prospettive del settore
Iveco senza una piattaforma in campo, sostenuta dalle iniziative
sindacali e sulla quale chiedere il confronto all’azienda. -
Subordinare questa discussione ai tempi del rinnovo contrattuale e
definire una nuova piattaforma cancellando la piattaforma unitaria del
2000 significa non affrontare in tempi utili con Fiat la discussione
sulle prospettive, non rispondere alla richiesta di salario e di
incertezza per il lavoro precario. Per
questi motivi Roma,
22 febbraio 2005 |