Schema per piattaforma Fiat sulle politiche industriali La
situazione in cui versa attualmente Fiat è gravissima sia per le
prospettive che per l’attuale andamento occupazionale e progettuale.
Se noi esaminiamo l’andamento della produzione e delle vendite, Fiat
Auto, nonostante i nuovi modelli, non riesce a difendere le proprie
quote di mercato in Italia e in Europa. Con questi andamenti, con l’aumento
della Cig, le conseguenze diventerebbero una ulteriore e inevitabile
richiesta di chiusure di stabilimenti. Il
succedersi di diversi gruppi dirigenti e di 4 piani industriali non ha
finora saputo contrastare la crisi. Ora il tempo sta per finire, il
nuovo Gruppo dirigente deve dare prova di un autentico cambiamento di
marcia nelle scelte industriali e nelle relazioni sindacali. La
non chiarezza di chi sceglie, in Powertrain, la dislocazione delle
produzioni di motori fa sì che questi spariscano da Torino e da Arese
come annunciato dall'azienda, e questo è per noi inaccettabile. Per
Torino perdere i motori significa compromettere l’intero ciclo
produttivo dell’auto. Pertanto
riteniamo che questa decisione debba essere cambiata, perché queste
scelte significano che non è più la Fiat a decidere e chiediamo il
mantenimento delle produzioni attuali, destinando, in prospettiva, nuovi
prodotti a questi siti (Mirafiori e Arese). Negli
stabilimenti Fiat Auto la situazione è pesantemente contrassegnata
dalla carenza delle produzioni e dal ricorso alla Cig. Mirafiori:
con le 1.000 vetture annunciate non si garantiscono gli attuali
occupati, peraltro i volumi giornalieri non superano le 800 vetture con
un ricorso massiccio alla Cig. Cassino:
ha in previsione 8 mesi di Cig per il cambiamento della linea sulla
nuova vettura e attualmente effettua due settimane di Cig al mese. Termini
Imerese: le quantità della "Punto" sono tali da
non soddisfare le potenzialità occupazionali sia per quanto riguarda la
fabbrica che l’indotto con il ricorso permanente alla Cig. Arese:
non è accettabile la sparizione delle attività di produzione dei
motori. Pomigliano:
pur mantenendo un assetto produttivo che non ha dissaturazioni non
realizza gli sviluppi che erano stati annunciati. Melfi:
non ha raggiunto i 7.000 addetti previsti dal contratto di programma e
quindi c’è un problema di volumi produttivi. Questa
situazione non può essere lasciata andare avanti perché il paese
rischia di perdere l’industria dell’automobile, è indispensabile
intervenire. Per
noi diventa prioritario che tutti gli stabilimenti abbiano una missione
definita e certa di modelli produttivi, che dia prospettiva a tutti i
siti a partire da Mirafiori, Termini Imerese, Arese e Cassino, che oggi
hanno i problemi più gravi. a)
Mirafiori:
la richiesta che avanziamo è quella di saturare l’impianto almeno a
1.300 vetture/giorno e dare continuità alla produzione di Powertrain.
Per questa ragione chiediamo un nuovo
motore, un nuovo cambio e una nuova vettura per la carrozzeria. b)
Termini Imerese:
chiediamo un ampliamento e la destinazione di nuovi volumi, affiancando
alla "Ypsilon" quote di produzione della "Nuova
Punto" per ripristinare l’attività sulle due linee. c)
Cassino. Si
chiede di anticipare l’entrata in produzione della "Nuova
Stilo", per evitare di rendere strutturale l’attuale Cigo. d)
Arese: oltre
al mantenimento della produzione dei motori chiediamo che Fiat partecipi
ai progetti di reindustrializzazione dell’area che sono stati
sottoscritti con le istituzioni e il sindacato. Questo
diventa la verifica effettiva della volontà di Fiat Auto di rimanere
sul mercato come entità autonoma e non subalterna alle scelte dell’alleato
Gm. Bisogna ricordarsi sempre che la scelta sui motori e sui cambi era
stata vantata come modello di alleanza produttiva per lo sviluppo di
Fiat Auto. Le
condizioni che riteniamo indispensabili per uscire dalla crisi e
riconquistare una posizione di sviluppo per l’auto sono legate alla
innovazione e all’uscita di nuovi modelli: a)
bisogna anticipare il lancio dei nuovi modelli per riconquistare
quote di mercato in particolare sui segmenti che per volumi
rappresentano scelte decisive per Fiat (a partire dalla "Nuova
Punto" e dalla "Nuova Stilo"), e diventa indispensabile
per aggredire il mercato la definizione di nuovi prodotti che permettano
di acquisire spazi a oggi lasciati alle altre case automobilistiche (la
Microcar, i Suv ecc.); b)
bisogna garantire la continuità e la valorizzazione dei 3 marchi
con idonei modelli, in particolare è necessario impedire la scomparsa
del marchio Lancia (non ci sono sostituti agli attuali modelli di "Lybra"
e "Thesis"), per rioccupare i segmenti di gamma alta decisivi
per la redditività, attualmente abbandonati dalla Fiat; c)
è altrettanto decisivo che la Fiat intervenga nella
progettazione e sviluppo di nuove vetture e nuovi motori a basso impatto
ambientale (ibridi, metano, idrogeno), destinando risorse aggiuntive a
questo settore strategico che rappresenterà il futuro dell’industria
dell’auto. Il primo passo deve essere quello di un progetto sulla
diffusione delle vetture a metano a livello di massa; d)
in questo quadro è decisivo il ruolo di Powertrain. La Fiat deve
garantire al paese la completezza del ciclo produttivo dell’auto,
operando per lo sviluppo e la destinazione agli stabilimenti italiani (Verrone,
Arese, Torino, Pratola Serra e Termoli) di nuovi motori e nuovi cambi. Qualora
la Fiat non riesca a reperire le risorse aggiuntive che sono
indispensabili per realizzare un nuovo piano industriale che punti su
questi obiettivi, noi chiediamo che si avvii immediatamente un confronto
anche con il Governo per individuare forme e modalità di impegno anche
pubblico nella gestione del rilancio industriale, atte a realizzare
questi progetti con gli investimenti e le risorse necessarie. Roma,
20 settembre 2004 |