Comunicato sindacale 

 

 

 

 

Avio spa: luci e ombre

Si è tenuto in data 19 aprile 2005, a Torino, l’incontro richiesto dalle segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm e Fismic per procedere a un esame della situazione aziendale, con particolare riferimento alle scelte strategiche e industriali dell’azienda, all’andamento dei mercati, ai programmi e ai carichi di lavoro, agli investimenti, agli assetti occupazionali ecc.

L’amministratore delegato della società, ingegner Strati, ha evidenziato un quadro complessivo così riassumibile.

 

Andamento mercati

- Motori civili: si è in una fase di ripresa della domanda mondiale che dovrebbe consolidarsi su valori significativi; le attività civili, che rappresentano circa il 50% del fatturato complessivo, soffrono – in termini di margini – della discesa del valore del dollaro rispetto all’euro;

- service/revisioni civili: il recupero di quote di mercato dovrebbe essere facilitato dagli interventi effettuati  per efficientizzare e ”mettere i conti in ordine” nel comparto;

- motori militari: è confermata l’importanza del programma Efa che – grazie alla 2a trance recentemente finanziata – costituisce un indispensabile zoccolo stabile per Avio (si sta lavorando per acquisire anche la commessa per l’Austria);

- service/revisioni militari: queste risentono pesantemente del taglio effettuato dal governo agli investimenti per la difesa; si prevedono analoghi problemi anche per la finanziaria 2006.

In tale contesto si è ancora in attesa della decisione sul tipo di propulsore per le fregate Fremm: se fosse prescelta la motorizzazione Avio, si avrebbero positivi effetti anche su Brindisi.

 

Andamento industriale

A fronte dei programmi acquisiti lo stabilimento di Torino si trova assolutamente coperto per quanto riguarda i carichi di lavoro; Acerra e Pomigliano dovrebbero crescere nei volumi, mentre Brindisi – la cui missione è esclusivamente quella delle revisioni militari – rimane in una situazione di sofferenza produttiva (è prevista, permanendo l’attuale situazione di blocco da parte del ministero della Difesa, solo una ripresa verso fine anno e per i primi mesi del 2006 a condizione che il governo decida di attivare le commesse per la revisione dei motori).

Al fine di affrontare la delicata situazione del sito brindisino, l’azienda conferma da una parte l’adozione di strumenti ordinari (cigo), dall’altra la messa a punto di una serie di interventi che, senza stravolgere il piano industriale, potrebbero consentire di allocare a Brindisi alcune attività aggiuntive (che potrebbero coinvolgere qualche decina di lavoratori, ma a “regime” cioè fra qualche anno!).

 

Assetti societari

Nel 2006, decorsi tre anni dall’avvio della nuova società, potrebbe verificarsi l’uscita dell’azionista Carlyle; a quel punto si avrebbero almeno tre possibili soluzioni:

- la società viene quotata in borsa;

- Finmeccanica rileva quote fino ad avere il controllo della stessa;

- si ha l’ingresso di un gruppo industriale straniero.

Investimenti

- La situazione di elevato debito, non pregiudica la politica degli investimenti aziendali, soprattutto nel campo della ricerca e sviluppo.

 

Le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm, preso atto dell’illustrazione fatta, hanno con forza evidenziato che:

1. per la sua strategicità, sia nella componente motoristica che in quella spaziale, Avio dovrà essere mantenuta – in rapporto alla possibile uscita di Carlyle – saldamente in mani italiane e sotto il controllo dell’azionista pubblico Finmeccanica, attraverso un aumento della propria quota di presenza nella società.

2. La situazione di forte indebitamento di Avio spa voluta dagli azionisti Finmeccanica e Carlyle al momento della costituzione di Avio, rende comunque fragile l’azienda nel suo complesso. Questa – per numerosi anni e a prescindere dall’andamento dei mercati – dovrà restituire quote economiche importanti sia in conto capitale che sotto forma di interessi: è necessario un ulteriore sforzo per quanto riguarda la funzione commerciale dell’azienda stessa per poter aggredire i mercati – sia civile che militare – che si presentano sempre più difficili.

3. Non è accettabile la presenza, all’interno della società, di situazioni dal punto di vista produttive tra di loro troppo difformi; in particolare il sito brindisino continua a soffrire una condizione di scarico di lavoro, con pesanti ripercussioni sui lavoratori in Cassa integrazione da parecchi mesi.

4. Si rende necessario definire modalità di fruizione della Cassa integrazione maggiormente “eque” (rotazione), ma soprattutto l’azienda deve intervenire – in attesa della ripresa del mercato – per allocare a Brindisi attività aggiuntive che siano però significative dal punto di vista dei volumi e del numero dei lavoratori coinvolti. Non bastano “pannicelli caldi”!

5. Delocalizzazioni (Polonia): non saranno accettati trasferimenti di ulteriori attività verso la controllata polacca, soprattutto se queste comportassero “sottrazioni” ai carichi di lavoro dei siti dell’area campana.

6. Relazioni sindacali: alcuni fatti anche recenti (vicenda Sirio; trasferimento, senza accordo, dei progettisti da Pomigliano ad Acerra; Cassa integrazione unilaterale a Brindisi; disdetta accordistica Fiat; ecc.), denotano una carenza nelle modalità di interlocuzione tra le parti e comunque un atteggiamento aziendale a riguardo sbagliato.

Le segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm hanno infine evidenziato come l’informativa aziendale fosse da considerarsi incompleta e lacunosa in alcuni capitoli e quindi da riprendere in un successivo incontro, nonché hanno ribadito la necessità di aprire un tavolo di confronto tra le parti sulla piattaforma per il rinnovo del contratto aziendale inviata negli scorsi giorni all’azienda stessa.

L’azienda si è dichiarata disponibile a concordare un incontro specifico, a riguardo dei temi sopra richiamati.

Fim, Fiom, Uilm nazionali  

Roma, 21 aprile 2005